Non è la prima volta che mi occupo di talenti nostrani, che sono oggetto di considerazione e rappresentano paradigmi di cultura inestimabile e sistematiche presenze dottrinali.
Il personaggio in questione è il dott. Carlo Dilonardo, il quale, oltre ad essere studioso, docente, sceneggiatore, organizzatore teatrale e regista, è anche uno scrittore. Il suo ulteriore lavoro: “Il ventennio dei ventenni. Illusioni e speranze di una generazione di intellettuali” argomenta in maniera chiara, precisa e lineare i momenti storici e non politici del Regime Fascista. Il libro è prefazionato dal chiarissimo prof. Giorgio Taffon, docente di letteratura italiana contemporanea dell’Università degli Studi Roma Tre.
I protagonisti della narrazione sono i giovani “intellettuali” i quali, volendo trovare un’esternazione alle loro aspirazioni, alle loro speranze e alle loro esigenze sia lavorative che professionali, desideravano inserirsi nel contesto fascista con libertà di parola, di pensiero, e quindi, di stampa. Il regime, inteso non come partito politico, ma come movimento, gli accoglieva per modernizzare l’Italia dopo la prima guerra mondiale, ma non offrendo imput di autonomia né di maturità neppure a chi sceglieva il teatro, la letteratura, le attività di scrittura e lettura. I ventenni (anche se facevano parte dei GUF gruppi universitari fascisti) trovavano piccoli spazi solo nelle riviste che pubblicavano canali e percorsi veicolari interessati al regime.
L’opera presenta una rassegna di giornali, dai quali emergono pensieri e scritti di intellettuali del tempo attraverso i quali si comprendono molto chiaramente, non solo prerogative e meriti e assurdità ed errori del regime, ma anche il bene e il male culturale radicato nella società civile.
Prof. Isa Magli